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LA REDAZIONE | 05 dicembre 2018 | 09.23

Ordine del giorno in occasione del 70° della DUDU

Discuti e approva l'ordine del giorno, anche in occasione di un Consiglio aperto alla cittadinanza, teso a riaffermare l'impegno della Sua Amministrazione a favore dei diritti umani

 

Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale

 

Riunito in seduta (aperta alle scuole, alle associazioni di volontariato e a tutta la cittadinanza) per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite riunita a Parigi, al Palais de Chaillot, il 10 dicembre 1948;

Consapevole che la Dichiarazione Universale non esisterebbe se il 25 giugno del 1945, a San Francisco, non fosse stata adottata la Carta delle Nazioni Unite, la quale si apre con la duplice solenne professione di impegno democratico - «Noi, Popoli delle Nazioni Unite» - e di «fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne» (Preambolo);

Considerato che nel 2018 ricade anche il 70° compleanno della Costituzione della Repubblica italiana il cui articolo 2 recita: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale»;

Fortemente preoccupato per il persistente dilagare di guerre, conflitti violenti, terrorismo, riarmo, tendenze autocratiche e dittatoriali, ingiustizie, disuguaglianze, in numerose aree del pianeta a partire dal Mediterraneo, dal Medio Oriente, dall'Africa e dalla stessa Europa;

Fortemente preoccupato per l'andamento dell'economia mondiale, centrata sul profitto e la speculazione, che continua a rimanere estranea ai dettami della giustizia sociale, condizionata com'è dal mito del mercato e penalizzata dai danni provocati dal neoliberismo;

Fortemente preoccupato per il clima di violenza, razzismo, egoismo, intolleranza diffusa nel nostro paese e in Europa;

Consapevole che la Dichiarazione Universale è stata la madre del Diritto internazionale dei diritti umani;

Consapevole dell'alta lezione morale e politica che discende dall'articolo 1 della Dichiarazione Universale: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni nei confronti degli altri in spirito di fratellanza»;

Consapevole che la Dichiarazione Universale nell'affermare che «il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo» (Preambolo), eleva la dignità umana a valore fondativo dell'ordinamento mondiale e di qualsiasi altro ordinamento a qualsiasi livello a la pone al di sopra della sovranità dello Stato;

Ricordando che la Dichiarazione Universale è proclamata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite come «ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le nazioni, al fine che ogni individuo e ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento» (Preambolo);

Consapevole del contributo che Eleanor Roosevelt ha dato alla elaborazione del testo della Dichiarazione Universale nella sua veste di Presidente della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite;

Consapevole che tale Diritto è anche un Diritto di prossimità, che si prende cura delle esigenze vitali delle persone, a cominciare dalle più deboli e vulnerabili: si pensi alle Convenzioni sui diritti dei bambini, sui diritti delle donne, sui diritti dei lavoratori migranti, sui diritti delle persone con disabilità. Così scriveva Eleanor Roosevelt:

«Nessuno può mettere in dubbio una cosa: se si vuole un mondo retto dalla legge e non dalla forza, si deve costruire, dalle fondamenta, il rispetto della legge [...]. Dopo tutto, dove iniziano i diritti umani? In piccoli luoghi, vicino casa, così vicini e così piccoli che non possono essere visti nelle mappe del mondo. Eppure essi sono il mondo della persona: il quartiere in cui essa vive, la scuola o l'università che frequenta, l'azienda, la fattoria o l'ufficio dove lavora. Questi sono i luoghi in cui ciascun uomo, ciascuna donna, ciascun bambino cerca eguale giustizia, eguali opportunità, eguale dignità senza discriminazione alcuna. Se questi diritti non significano nulla in questi luoghi, non significheranno di più in qualsiasi altro posto. Senza l'azione concertata dei cittadini per realizzarli vicino casa, cercheremo invano il progresso nel più vasto mondo».

Condividendo le parole di Papa Francesco contenute nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2017: «Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell'ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme»;

Convinto che i diritti umani, tutti i diritti umani - civili, politici, economici, sociali, culturali - sono interdipendenti e indivisibili e che pertanto il diritto al lavoro o il diritto alla salute devono avere le stesse possibilità di garanzia-soddisfacimento del diritto alla libertà di associazione o del diritto a non essere arbitrariamente arrestato o detenuto, e che lo Stato democratico non può non essere allo stesso tempo stato di diritto e stato sociale;

Consapevole che pace sociale e pace internazionale sono fra loro interdipendenti e indissociabili come proclama l'articolo 28 della Dichiarazione universale dei diritti umani: «Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà fondamentali possono essere pienamente realizzati»;

Pienamente convinto che la logica dei diritti umani è quella della centralità della persona umana, e dunque dell'eguaglianza, della non discriminazione, delle pari opportunità per tutti e dell'inclusione e che la cittadinanza fondata sui diritti umani non può che essere allo stesso tempo universale, plurale, democratica e inclusiva;

 

Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale pienamente consapevole che

 

sulle Comunità locali si riversano direttamente, cioè senza la schermatura delle istituzioni centrali degli stati, gli effetti dei processi di globalizzazione, e che per sua stessa natura costitutiva l'Ente locale/regionale è il primo e più immediato garante di tutti i diritti umani per tutti coloro che risiedono nel suo territorio;

l'Ente locale/regionale deve far fronte a problemi che sono di ordine mondiale e siccome è sul piano mondiale che questi vanno primariamente affrontati e risolti, l'Ente locale/regionale è legittimato a interloquire direttamente in sede mondiale attraverso la «city diplomacy»;

la crisi migratoria è un problema di ordine mondiale, ignorare questo dato di fatto significa non avere capito la grandezza e la portata (planetaria) del fenomeno;

serve un impegno straordinario per far fronte ad una situazione storica straordinaria che richiede l'impegno straordinario di ciascuno. Tutti abbiamo la responsabilità e la possibilità di fare cose importanti. Ma non da soli. La grandezza e la complessità delle sfide richiedono un'agenda comune;

occorre sostenere l'azione delle organizzazioni non governative e delle associazioni di volontariato cioè di tutti quei Difensori dei diritti umani che oggi lottano per promuovere e proteggere tutti i diritti umani per tutti;

la pace comincia dalle nostre Città;

 

Il Consiglio Comunale/Provinciale/Regionale

 

Convinto che l'impegno per costruire l'ordine di pace positiva che è enunciato dall'articolo 28 della Dichiarazione Universale deve essere oggi profuso sulla via istituzionale alla pace, una via fatta di dialogo, negoziato, cooperazione, paziente confronto delle varie posizioni in campo e, allo stesso tempo, di ferma difesa della legalità internazionale;

Convinto che la Dichiarazione Universale e il Diritto internazionale dei diritti umani sono la «bussola» che deve orientare la produzione normativa e le politiche pubbliche a livello locale, nazionale e internazionale;

Convinto che nel 70° anniversario della Dichiarazione Universale occorre ribadire con forza che questa conquista è irrinunciabile e che va pertanto difesa e sviluppata nello scrupoloso rispetto dei principi di universalità, interdipendenza e indivisibilità di tutti i diritti umani;

Convinto che per la prima volta nella storia il mondo dispone delle istituzioni, ricchezze, conoscenze e tecnologie per assicurare a tutti pace, prosperità, benessere, un ambiente sano e democrazia;

Richiamando la Dichiarazione delle Nazioni Unite del 1998 «sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di promuovere e proteggere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti» (Dichiarazione sui Difensori dei diritti umani) che legittima tutti a farsi soggetti attivi per l'effettività dei principi e delle norme del Diritto internazionale dei diritti umani;

Richiamando la Costituzione dell'UNESCO che recita «le guerre nascono nelle menti degli uomini ed è nelle menti degli uomini che le difese della pace devono essere costruite»;

Richiamando l'art. ... dello Statuto comunale/regionale che recita: «.....»

Fermamente determinato a dare puntuale e coerente attuazione alle suddette norme nella piena consapevolezza delle responsabilità che incombono all'Ente di governo locale/regionale quale polo basilare della sussidiarietà e erogatore primario di servizi essenziali per i propri cittadini;

 

il Consiglio Comunale/Regionale si impegna a

 

intensificare i programmi di educazione e formazione formale e informale alla pace, ai diritti umani e alla cittadinanza inclusiva secondo quanto contenuto nella Carta europea sull'educazione alla cittadinanza democratica e sull'educazione ai diritti umani del Consiglio d'Europa (2010) e nelle Dichiarazioni delle Nazioni Unite rispettivamente sull'Educazione e la formazione ai diritti umani (2011) e sul Diritto alla pace (2016);

tradurre gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile contenuti nell'Agenda 2030 adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015 in una «Agenda politica locale dei diritti umani» contenente un elenco di azioni concrete formulate con l'obiettivo di riconoscere «tutti i diritti umani per tutti»;

 

decide inoltre di

 

aderire al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, organizzatore della Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità, che dal 1986 riunisce i Comuni, le Province e le Regioni impegnate in Italia a costruire la pace promuovendo i diritti umani, la solidarietà e la cooperazione internazionale, secondo le modalità previste dallo Statuto dell'organizzazione.

 

 

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